18 giugno – 13 luglio
La settima campagna di scavo nella chiesa di S. Maria in Portuno ha dato ottimi risultati, forse i più importanti da quando sono iniziati i lavori.
SAGGIO H: è finalmente emersa la terza navata della chiesa, nascosta, sul lato nord, dall'attuale campo sportivo; dopo lo smontaggio del marciapiede che costeggiava l'edificio è emersa la porta che conduceva all'interno della cripta: da questo varco entrò, con tutta probabilità, anche Vincenzo Maria Cimarelli, il noto storico corinaldese che nel 1638 visita la cripta e la descrive con cura. Lo scavo ha inoltre messo in luce ciò che restava della pavimentazione in lastre di pietra della navata laterale (poco in verità, resta soprattutto la preparazione del pavimento), mentre nel settore est si intravede una grande tomba posta, caso unico finora, nei pressi della cripta; a questo proposito e, solo a livello di suggestione, ricordiamo come il suddetto Cimarelli ricordi proprio nella cripta la presenza delle spoglie di un martire chiamato Asenno, di cui al momento nulla sappiamo, ma che risultava molto venerato in questa chiesa. Proprio l'ultimo giorno di scavo compare, sempre sotto la pavimentazione della navata, un'altra fornace forse di età romana (sarebbe la terza finora sotto la chiesa). L'intera area di scavo è già stata protetta, grazie al tempestivo intervento del Comune di Corinaldo, con tettoia provvisoria a copertura di tutta l'area scavata nella navata nord.
SAGGIO F: la prosecuzione dell'indagine nel saggio sul lato sud della chiesa mette in luce una grande tomba, eseguita con grande cura, con spallette in muratura di forma ellittica e copertura in tegole romane; lo scheletro, molto ben conservato, è posto sul fianco sinistro, con la faccia rivolta verso la cripta, è attualmente in corso di studio.
SAGGI NELL'AREA CIRCOSTANTE: nel corso di un saggio in un campo posto a est della chiesa (che aveva già focalizzato la nostra attenzione per le cospicue evidenze di materiali romani in superficie) sono state rinvenute 2 fornaci: le strutture, attribuibili all'età romana, sono state solo rilevate e protette, e lo scavo è stato rimandato all'anno prossimo.
Inoltre, grazie ad un fondo residuo del Comune, è stata migliorata la visibilità del saggio eseguito all'interno della chiesa, attraverso la sistemazione a vetri delle aree già scavate.
Infine è stata avviata una collaborazione con "ARCHEOflorae", il Centro di Ricerche Archeobotaniche del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna (http://www.archeologia.unibo.it/Archeologia/Ricerca/Centri/default/archeoflorae.htm): l'intervento della dott.ssa Maria Letizia Carra ha permesso di individuare numerosissimi resti vegetali, tra cui spicca, per quantità e qualità della conservazione, la presenza di fave carbonizzate.
Una seconda collaborazione vede l'equipe di scavo impegnata con l'Azienda vinicola Maurizio Mencarelli, che ha dato vita alla produzione di un vino denominato "Portuno", segnando così l'inizio di un indotto anche di tipo economico per il sito archeologico.
Partecipanti
- Giuseppe LEPORE
- Tommaso CASCI CECCACCI
- Andrea BARONCIONI
- Cristiana CAPRETTI
- Chiara CARLONI
- Elisa CIPRIANI
- Giulia GUZZINATI
- Francesca MAZZOTTI
- Tobia MORODER
- Maria PIETROLONARDO
- Sonia ROSSO
- Simone SCHMID ZANCHI
- Benedetta TARRONI
- Maximilian VENTURA
- Fabio VISANI