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E la straordinaria documentazione che sta venendo alla luce in questi ultimi anni nel sito di S. Maria in Portuno non fa altro che confermare le potenzialità, culturali ma anche turistiche, della vallata del fiume Cesano, che rispecchia e documenta ogni grande trasformazione, dall’antichità ad oggi, in un processo di ininterrotta continuità. |
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Oggi non resta che una chiesa mononave , al centro di una contrada posta alla base della collina su cui sorge il centro medievale di Corinaldo. |
Ma nell’antichità qui doveva sorgere un importantissimo monasterium, che, come ci dicono i documenti più antichi (il primo è una Carta di Fonte Avellana del 1090) doveva chiamarsi S. Marie que dicitur in Portuno. Il nome cambierà poi in Madonna de Plano (1224), come del resto è conosciuta anche oggi.
Assai scarse sono le notizie relative all’età rinascimentale: la lacuna documentaria giunge fino al corso del 1600, quando ricompaiono diversi atti del Consiglio Comunale, che ci illuminano sulle attività e sull’aspetto esteriore della chiesa: a questo periodo si datano anche le numerose notizie tramandateci da Vincenzo Maria Cimarelli, storico corinaldese, che visita l’edificio nel 1638 e pubblica la sua opera nel 1642. Il silenzio documentario continua poi per tutta la seconda metà del Seicento (non sono attestate neppure le visite pastorali), ad indicare una probabile chiusura o abbandono dell’edificio ecclesiastico. Solo nel 1700 la chiesa subì nuovi e profondi restauri da parte del nuovo proprietario: il Collegio Germanico-Ungarico, infatti, aggiunse il campanile e rifece la facciata nelle forme attuali, con portale ad arco e decorazione in arenaria. |
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Difficile definire, per ora, su quale preesistenza "pagana" viene costruita la chiesa cristiana. Gli scavi più recenti hanno messo in luce un cospicuo quartiere industriale dedicato alla produzione di laterizi e di ceramica, di età romana. Le prossime indagini preciseranno se si tratti della parte produttiva di una villa rustica oppure di un autonomo quartiere industriale, relativo ad un vicino vicus (piccolo insediamento collegato alla viabilità romana). |
Ma il sito su cui sorge la chiesa doveva essere insediato anche prima del Medioevo, già nella piena età romana. Gli scavi preciseranno, nei prossimi anni, la natura dell’insediamento romano che si trova sotto la chiesa attuale: una villa rustica? un luogo sacro dedicato al dio Portunus? Il toponimo, infatti, si può ricondurre al dio romano Portunus (dio delle porte e dei porti), il cui tempio si trovava a Roma nel Foro Boario, affacciato sul fiume Tevere.
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ricostruzione del lavoro in una fornace romana (disegno Giorgio Giorgi)
Senza dubbio la strada romana che, staccandosi dalla via Flaminia arrivava al mare passando proprio sotto la chiesa della Madonna del Piano, continuò ad essere usata anche in età tardo romana (come dimostra anche il miliario di Corinaldo) e poi ancora durante il Medioevo. E mentre la vicina città romana di Suasa si andava lentamente spegnendo, il piccolo insediamento della Madonna del Piano continuava a vivere, anche se in forme ridotte e meno appariscenti.
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miliario di Corinaldo L’arrivo dei monaci, poi, in età alto medievale, e l’erezione del nuovo monasterium segna un nuovo inizio, sotto forme più “moderne”, nella gestione e nello sfruttamento del territorio circostante, in una continuità che non si è mai interrotta. |